Il guardiano

Il guardiano

s 25 | d 26 | m 28 febbraio
m 1 | g 2 | v 3 | s 4 | d 5 | m 7
m 8 | g 9 | v 10 | s 11 | d 12 marzo
orari: martedì, mercoledì, giovedì h 20
venerdì, sabato h 21 | domenica h 19


di Harold Pinter
traduzione Alessandra Serra
regia Virginio Gazzolo
con Virginio Gazzolo, Paolo Panaro, Roberto Petruzzelli
costumi Francesco Ceo
luci Nicola Santamato
assistente alla regia Antonio Carella
foto di scena Vito Mastrolonardo
produzione Compagnia Diaghilev

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posto unico non numerato € 10,00

Questo spettacolo fa parte della rassegna

Descrizione

Il guardiano debuttò a Londra nel 1960. La pièce, la sesta di Pinter, fu il primo successo di critica e pubblico dell'autore, che vinse il Premio Nobel per la letteratura nel 2005. Aston, un uomo fragile che in gioventù ha subito l'elettroshock, vive con il fratello minore Mick, una persona ambiziosa che ha poca pazienza con il fratello problematico. Un giorno Aston invita a casa Davies, un anziano barbone in cerca di rifugio. Appena arrivato a casa dei fratelli, Davies comincia a lamentarsi della confusione dell'appartamento, ma accetta comunque di trascorrerci la notte prima di dirigersi a Londra l'indomani. Il giorno dopo però Aston propone a Davies di  restare più a lungo e lo lascia solo mentre va a sbrigare delle  commissioni. Mick ritorna a casa e scambia Davies per un ladro. Capisce che il barbone porterà  problemi e ne trova  conferma quando,  passati alcuni giorni,  questi non accenna ad andarsene.  I tre si accorgono di  avere qualcosa in  comune: sono dei falliti, incapaci di realizzare le proprie ambizioni.  
Visto che Aston si è  affezionato a Davies, Mick gli trova un lavoro come custode  dell'appartamento;  il vagabondo inizialmente rifiuta, ma poi cambia idea e accetta. Mick gli richiede delle referenze, ma Davies comincia  comunque a lavorare anche se non è ancora andato a Londra a  procurarsi le carte  necessarie. Davies però rivela presto la sua  cattiva natura e comincia a deridere Aston per la sua sciatteria e per il suo disturbo mentale. Mick intima a Davies di smetterla, mentre Aston sogna di vendicarsi sui dottori che gli hanno fatto del male. Quando i litigi domestici si fanno sempre più frequenti, Aston ordina a Davies di andarsene, sentendosi ferito dall'ingratitudine dell'uomo. Davies ignora l'ordine di Aston,  credendo che Mick sarà dalla sua parte, ma anche il più giovane dei fratelli gli intima  di andarsene e Davies, riluttante, lascia la casa. Pinter ci presenta un mondo intriso di solitudine, senza regole e privo di armonia, immobile e immutabile, in cui a prevalere è il desiderio di predominio degli uni sugli altri. Emerge una  dimensione cupa, impalpabile e inquietante che pervade i comportamenti degli uomini,  oscurando ogni possibilità di relazione.

Note di regia
“Una stanza. Un uomo solo. Silenzio. Un secchio pende dal soffitto”. è la didascalia che l’autore premette al testo. La stanza è vuota, il silenzio lungo. Finché, lontane, attutite, s’odono voci  nell’aria. Sono reali? O risuonano nel cervello di quell’uomo? Ecco che nel vuoto si materializzano strani oggetti, ferraglia, anticaglie. E altri corpi umani. Sono veri? O è una allucinazione? Inizia così la costruzione fantastica di quel mondo parallelo al reale, dove, nei momenti di solitudine, ogni persona si rifugia per sopravvivere. Fino a soccombere ai suoi fantasmi, tragicamente.  Quando andò in scena Il Guardiano, Pinter aveva trent’anni. Poco prima, Ronald Laing aveva  pubblicato lo studio più rivoluzionario sulla schizofrenia apparso ai nostri tempi: l’Io diviso.  Oggi, Pinter non è più l’autore considerato eccentrico, incomprensibile. le sue opere sono classici che tollerano, indenni, ogni possibile interpretazione. Anche ai confini della psichiatria esistenziale. [Virginio Gazzolo]

foto e video

Rassegna stampa

Programmazione

Info Biglietti

posto unico non numerato € 10,00


333.1260425